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LE PICCOLE DOLOMITI LUCANE | |||||||||||||||||||||||||||
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TEMPO DI VISITA 1 giorno ITINERARIO Castelmezzano - Pietrapertosa ATTRATTORI Volo dell'Angelo - Sentiero delle Sette Pietre CONSIGLIATO A chi ama la natura e la vita dei borghi QUANDO Tutto l'anno COME A piedi e in auto/volo per spostarsi tra i 2 borghi |
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Nel cuore della Basilicata, come giganti emersi dal mare si levano imponenti le Dolomiti Lucane, con spettacolari guglie e sagome che hanno suggerito nomi fantasiosi come l’aquila reale, l’incudine, la grande madre, la civetta. Sono montagne la cui nascita risale al periodo del Miocene medio circa 15 milioni di anni fa durante il quale si formarono in fondo al mare le arenarie che oggi ne costituiscono le rocce. Il gruppo di montagne più elevato è quello della Costa di S. Martino chiamato Piccole Dolomiti in quanto ricorda le caratteristiche delle famose Pule Trentine. Altrettanto importanti sono i picchi delle Murge di Castelmezzano e le guglie di Monte Carrozze. A ridosso delle vette delle Dolomiti Lucane vi sono i Comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa posti a oltre 1.000. Da questi paesi è possibile ammirare l’incredibile paesasggio delle Dolomiti nonchè percorrere i numerosi sentieri con i quali raggiungere i posti più suggestivi. Sulle Dolomiti Lucane, negli anfratti più inaccessibili, fanno il loro nido splendidi esemplari di nibbio reale, gheppio, falco pellegrino. Benchè le guglie risultano quasi prive di vegetazione, si trovano interessanti specie di piante quali la valeriana rossa, la lunaria annua, l’onosma lucana. Le spettacolari cime sono in netto contrasto con il paesaggio circostante caratterizzato da forme più dolci e arrotondate come la vicina montagna del Caperino. A rendere ancor più suggestivo il luogo vi è il torrente Rio di Caperrino, un affluente del Basento che ha scavato una profonda gola che divide a Nord le Murge di Castelmezzano dalla Costa di S. Martino a sud. COSA VEDERE A CASTELMEZZANO “Città paesaggio” per la sua rara bellezza inclusa nei “Borghi più Belli d’Italia”, Castelmezzano è uno dei paesi del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane. A vederlo in lontananza, Castelmezzano, così piccolo e grazioso, fa vivere la sensazione di entrare in una favola, i cui protagonisti sono l’Aquila reale e la Civetta, la Grande Madre, l’Incudine e la Bocca del Leone. Solo i nomi sono presi in prestito dalla fantasia, perché le sculture degli enormi massi di roccia arenaria, che nel tempo sono state plasmate dai giochi del vento e della pioggia, fino ad assumere simili forme, esistono davvero! A fare la guardia a questo gioiello dalla struttura medievale, fatto di scale ripide, vicoli stretti, case arrampicate sulla roccia, sono le Piccole Dolomiti Lucane che, più in alto si sale, seguendo percorsi dedicati, più svelano un incantevole paesaggio. Proprio da qui si può vivere l’emozione unica del “Volo dell’Angelo”, imbracati in totale sicurezza, per lanciarsi nel vuoto e godere come mai prima, da soli o in coppia, dell’incantevole paesaggio delle Dolomiti Lucane, fino a sfiorarne le vette e raggiungere la vicina Pietrapertosa. La favola, a Castelmezzano, prosegue poi con un singolare “matrimonio”, quello tra gli alberi… Il patrimonio culturale Ogni scorcio delle Dolomiti Lucani e ogni angolo del borgo di Castelmezzano custodiscono storie di popoli ed avvenimenti che lo hanno attraversato. Dai ruderi del castello normanno-svevo, ai palazzi storici di particolare bellezza e ai portali di pregevole fattura, dalle chiese alle piccole cappelle, alle scale che portano sempre più in cima al paese, Castelmezzano è un tesoro da scoprire e indimenticabile. Poco lontano dal paese tra sentieri, scalinate e piccoli ponti in pietra si può raggiungere poi la vallata del Caperrino, da cui è possibile ammirare i resti di antichi mulini costruiti a secco sormontati da tetti realizzati con lastre di pietra locale denominate “chiang”, “pietra”, secondo il dialetto locale. Il Castello Normanno-Svevo Il maniero risale al periodo normanno (XI-XIII sec. d.C.), costruito come roccaforte in posizione centrale rispetto ai castelli di Pietrapertosa e Brindisi di Montagna. In realtà ne sono visibili solo i ruderi, in particolare, parte del muro di cinta, resti di mura rialzati sulla roccia, una cisterna per la raccolta delle acque piovane e la lunga e ripida scalinata scavata nella roccia, utilizzata probabilmente come postazione di avvistamento, da cui era consentito sorvegliare la sottostante vallata del fiume Basento. Fino a poco tempo fa questa scalinata era percorribile dai visitatori che volessero raggiungerne il punto più alto per godere del panorama mozzafiato che si staglia sulle Dolomiti Lucane. COSA VEDERE A PIETRAPERTOSA Come Castelmezzano e altri comuni lucani, Pietrapertosa è uno dei “Borghi più belli d’Italia”, arrampicato sulle Piccole Dolomiti Lucane e immerso nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato. L’incantevole paese è costruito interamente sulla roccia nuda, quasi incastonato come la più preziosa delle pietre. Si raggiunge percorrendo l’unica strada principale e si svela dietro alla grande massa rocciosa che è posta proprio all’ingresso. Il suo nome, Pietraperciata, che vuol dire “pietra forata”, deriva dalla presenza di una grande rupe sfondata da parte a parte. Preservando la sua natura di roccaforte, Pietrapertosa si snoda fino ai piedi dell’antico e suggestivo castello saraceno anch’esso scavato nella roccia. Proprio qui, nella parte più alta del paese, ci si ritrova all’interno di un mondo magico: l’Arabata, il quartiere più antico che svela le origini arabe del paese e si mostra in tutta la sua spettacolare bellezza. Piccole case contadine, incastrate l’una nell’altra e quasi poggiate alla roccia scoscesa, un labirinto di stradine e scalette tutte in salita, costituiscono il quartiere rimasto invariato nel tempo. Più ci si addentra nel borgo, più ci si accorge di come Pietrapertosa sia circondata da dirupi scoscesi e un paesaggio mozzafiato. Qui, come a Castelmezzano, si sorvolano le Piccole Dolomiti Lucane, con il “Volo dell’Angelo”, e si assiste al misterioso “matrimonio” tra gli alberi. Il patrimonio culturale Storia e cultura convivono a Pietrapertosa in un legame indissolubile testimoniato da architetture dal fascino unico. Strade strette e vicoli ciechi, casette affilate dall’alto verso il basso, protette dalla roccia in cui sembrano quasi incastonate, caratterizzano l’Arabata, il più antico quartiere di Pietrapertosa, di fondazione araba, una “scultura” dalla bellezza unica. In agosto, danze arabe e profumi esotici pervadono il rione in occasione dell’evento “Sulle tracce degli arabi”, in un clima sensuale e festoso. Splendido anche il castello normanno-svevo, situato sul punto più alto della roccia. Durante la visita al paese poi si impongono all’attenzione del visitatore i numerosi palazzi signorili dai portali in pietra decorati con fiori, quadrati, iscrizioni. Il Castello Normanno-Svevo Fortificato (IX sec.) sul punto più alto del borgo antico, da qui si assiste ad uno degli spettacoli più belli che le Piccole Dolomiti Lucane possano offrire. Coperto da un arco naturale, per la sua posizione il castello di Pietrapertosa ha sempre assunto una funzione militare di avvistamento e domina l’intero abitato del paese. Vi si accede attraverso una scalinata posta a ridosso delle case disseminate nel borgo, poggiata direttamente sulla roccia e proprio questo dettaglio rende ancora più suggestiva e curiosa la visita al sito. Prima utilizzato dai saraceni, in seguito roccaforte normanno-sveva, la fortezza è stata messa in valore grazie ad una serie di scavi che hanno riportato alla luce importanti reperti archeologici e testimonianze medievali. Oggi infatti è visitabile e chiunque raggiunga questo punto resta colpito dal panorama di straordinaria bellezza che lo circonda, tra monti, boschi, torrenti e fiumi, che sembrano quasi rincorrersi tra loro. Dell’antico castello si riconoscono parte delle mura perimetrali, il grande arco d’ingresso e un torrione di avvistamento. IL VOLO DELL'ANGELO Un chilometro e mezzo in poco più di un minuto, da Castelmezzano a Pietrapertosa, e viceversa. In Basilicata si “vola” sulle vette delle Piccole Dolomiti Lucane, in due o in solitudine. “Il Volo dell’Angelo” ogni anno fa vivere l’esperienza della discesa tra le vette e gli incantevoli paesaggi dei due “Borghi più belli d’Italia” e consente di sorvolare le Dolomiti Lucane regalando sensazioni straordinarie e amplificate, sospesi a quattrocento chilometri dal suolo e perfettamente allineati su un cavo di acciaio. Un tuffo tra cielo e terra con la percezione di accarezzare uno dei paesaggi più suggestivi della Basilicata. IL PERCORSO DELLE SETTE PIETRE Un antico tratturo contadino congiunge i comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa da percorrere in circa novanta minuti. Il Percorso delle Sette Pietre è un viaggio nella fantasia e nella tradizione, che si snoda in sette tappe recuperando una storia tratta dal testo “Vito ballava con le streghe” del giornalista lucano Mimmo Sammartino e traducendo in forme visive, sonore ed evocative i temi e le immagini della narrazione. Ogni tappa prevede uno spazio allestito e propone una parola chiave che restituisce il senso del racconto: destini, incanto, sortilegio, streghe, volo, ballo, delirio. Nella tappa centrale, quella delle “streghe”, il visitatore apprende l’intera storia, attraverso elementi di suggestione scenografica e sonora. Fonte: Basilicata Turistica - APT Basilicata |
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